PRESENTAZIONE DEL LIBRO: "IL FASCINO DEL BRENTA,
STORIA DI UN AMORE SOFFERTO"

Quella del 18 giugno 2005 è stata per me una serata memorabile.
Mi trovavo alla tavola magna, al centro. A sinistra mi sorreggeva moralmente un tranquillissimo Paolo Bordin, assessore alla cultura; e a destra il mio editore professore Armando Fiscon, di Camposampiero. Davanti a me un pubblico non numeroso; ma non contava: erano sempre in tanti per me che "dovevo parlare".
Iniziò l'assessore con la presentazione del libro e di me; poi prese la parola il prof. Fiscon facendo una relazione sul testo così precisa, dettagliata e corrispondente pienamente a quel che volevo dire io, che mi ha commosso. Più parlava e più rivivevo da spettatore la storia psicologica di me, di quel personaggio che fui e che ora veniva revocato dalle sue parole, intrise di complimenti per lo stile e la struttura della mia opera. La sua relazione fu lunga, ma io volevo che non finisse mai, perché mai mi ero sentito così importante.
Alla fine toccò a me. A questo punto dirò che solo in altre tre occasioni ho "subito" l'approccio con il pubblico, cioè quando commerciavo un sistema innovativo di cottura, vendendo il prodotto tramite le presentazioni che venivano fatte casa per casa alla presenza degli ospiti; quando feci il saggio alla fine del corso per pianoforte, e suonai davanti a delle persone, per lo più parenti dei partecipanti (quella volta ero il solo "anziano": avevo 40 anni, mentre gli altri allievi erano ragazzini o ragazzine). La terza volta che mi trovai davanti al pubblico fu a teatro, quando alla "prima" mi "spinsero" sul proscenio a cantare le mie canzoni che facevano parte della commedia (il pubblico per fortuna non si vedeva, ma sicuramente si sentiva la mia voce falsata dall'emozione). Dato il mio carattere timido, quelle sono state esperienze che hanno dato uno scossone alla mia vita, dando un po' di fiducia alla mia indole staccata dal mondo; ed ora mi si presentava anche questa prova: sarei stato il protagonista assoluto e non potevo certo esimermi dal parlare. Un conto era conoscere tutto a memoria, come negli altri tre casi, e un conto fare un discorso, una relazione vera e propria. Già due settimane prima avevo buttato giù gli appunti per la presentazione del libro; ma non ero convinto dell'esito finale: e se nel bel mezzo mi fossi impappinato? Così pensai di scrivere pari pari tutto quello che avevo da dire, evidenziando le parole chiave, in modo da potere divagare, ma poi ritornare sempre dov'ero partito. Tre volte provai, seduto ad un tavolo, davanti ad un ipotetico pubblico, ad esprimere quel che avevo scritto, tentando di narrare i periodi a braccio, come si dice, senza leggere. Incredibilmente la cosa mi riusciva di una facilità estrema. Mi sentii liberato da un legame che voleva tenermi timido e quindi impacciato. Pensai però che forse dipendeva dal fatto che non c'era nessuno che mi ascoltava, e che una volta davanti ad un pubblico vero la situazione si sarebbe presentata assai diversa. Tutt'al più leggerò, mi dissi. Riandai al ricordo di chi vidi pure lui impacciato davanti al pubblico e, facendo leva su questo, mi detti coraggio.
Arrivò il fatidico giorno; stranamente non provavo emozione: solo in alcuni momenti sentivo lo stomaco sgonfiarsi; ma era una cosa passeggera. Pure la sera mi sentivo tranquillo, certamente anche perché i parenti che vennero a casa mia mi facevano dimentico dell'impegno che dovevo affrontare. All'arrivo al Centro Civico del Comune vidi pochissime persone. La cosa non mi disorientò più di tanto: ebbi così la conferma che l'indifferenza con la quale i vari personaggi attendevano pure essi il pubblico scarso era vera, e non snobismo. Poi arrivarono i parenti ed altre persone; e quando mi invitarono a sedere al centro del tavolo sopra il palco e vidi che la gente occupava un bello spazio, provai un senso di soddisfazione.
Parlò l'assessore Paolo Bordin che mi presentò. Era cominciata la lotta contro il mio timor panico: il primo fendente lo stava scagliando lui. Poi prese la parola il prof. Fiscon, il mio editore. Dopo di lui toccava a me; fortunatamente osservavo i suoi appunti e vedevo che erano lunghi, che ad ogni pagina che girava se ne aggiungeva un'altra di scritta, il che fortunatamente ritardava la mia entrata in campo.
Toccò a me. Dopo il "buona sera" di prammatica ci fu un applauso da parte del pubblico, che mi sollevò non poco. Cominciai a parlare e, se all'inizio la voce era forzata dall'emozione, poi presi slancio e descrissi la nascita del libro ed altro tranquillamente, almeno questo era quel che sembrava a me. Riuscii a dire anche delle battute iniziali che m'ero proposto di recitarle se avessi avuto il coraggio.
Fu un qualcosa che mi impressionò: stavo parlando in pubblico e, a quanto pare me la stavo cavando abbastanza bene.
Il "grazie" finale innescò gli applausi. Era fatta: avevo superato la prova! Aspettai delle domande a cui avrei risposto con entusiasmo; e queste vennero; e io risposi. Alla fine ci furono i saluti di commiato dell'assessore Bordin; ed io che avrei voluto mi si facessero altre domande…


Ma non era ancora finita. Salì sul palco la signora Oriana Boldrin, consigliera del comune di Campolongo Maggiore, presidente dell'Aido, del gruppo culturale "Il mondo di carta" eccetera che mi offrì la targa a nome dell'assessore regionale Renato Chisso. Anche questo fu un riconoscimento che mi commosse.
Finita del tutto la cerimonia invitai chi volesse a prendere il gelato alla gelateria in piazza, e là, nel giardinetto, sotto un albero, si festeggiò ulteriormente quel che per me è stato un vero evento.

 

PUBBLICAZIONE DEL LIBRO: "IL FASCINO DEL BRENTA,
STORIA DI UN AMORE SOFFERTO"

Ecco qua il libro fresco di stampa. Bello, con la foto del ponte sul Brenta sulla copertina plastificata, nitida, sullo sfondo blu, si presenta proprio bene. Sulla copertina appare il mio nome, il titolo, la casa editrice… insomma un libro vero! Sul risvolto di copertina sono stampati i loghi degli sponsor, che senza di loro, il libro non sarebbe uscito: a loro il mio ringraziamento. In testa il comune di Campolongo Maggiore e la presentazione dell'assessore alla cultura Paolo Bordin che, a dire il vero, mi ha fatto penare perché mandasse all'editore la presentazione, ma, come si sa, gli amministratori sono così impegnati… A parte gli scherzi, ringrazio qui pubblicamente il mio assessore per la sua relazione veramente piacevole e confidenziale, ed Enzo Tramonte, responsabile del settore cultura del Comune, che si sono prodigati per rintracciare gli sponsor e dandomi fiducia per il mio manoscritto.
Un ringraziamento particolare va alla casa editrice del noce, nella fattispecie al professore Armando Fiscon, per come ha reso elegante e allo stesso tempo accattivante il libro, e per la sua persona, sempre gentile e disponibile.
Il soggetto è buono, come mi si dice da più fonti; specialmente da mia moglie (l'eroina Pamela?…), che dopo avere letto una ventina di pagine del libro (il manoscritto non l'aveva ancora letto) mi ha guardato negli occhi e mi ha fatto i complimenti, cosa del tutto inusuale da parte sua. Questo ha dato un nuovo impulso al mio entusiasmo; ma saranno sempre i posteri a dare l'ardua sentenza.
Da metà maggio il libro sarà nelle librerie del mio paese, cioè di Campolongo Maggiore, di Piove di sacco e nei paesi limitrofi e forse in quelli della Riviera del Brenta. Naturalmente sarà dispensato a cura del distributore della Edizioni Del Noce in tutta Italia.
Naturalmente, se qualcuno volesse comprare il libro può richiederlo anche alla casa editrice Edizioni del noce. Fax: 049 9302012 oppure per e-mail: edelnoce@tin.it

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