Pensierino del 15 maggio 2010
Prossime presentazioni libro
Giovedì 17 giugno, alle ore 21, andrò a presentare nella biblioteca di Saonara “I figli di Salvino”, accompagnato dal protagonista. La presentazione fa parte di una rassegna di incontri con l'autore che comprende anche lo scrittore Adriano Smonker con il suo “Il nonno di mio nonno” (22 aprile), e Filiberto Battistin con il suo “La piccola scienza dell'amore” (27 maggio).
Presentazione de “I figli di Salvino” a Piove di Sacco.
Nella sala della biblioteca di Piove di Sacco, non certo gremita, ho presentato il mio ultimo libro “I figli di Salvino”. Introduceva ancora la dottoressa Antonia Panizzolo, e Michela Facchinetti ha letto i brani; erano presenti Salvino, il protagonista della triste storia, e i suoi due figli. E' stato sicuramente un altro momento di consolazione per questo personaggio così tenace nell'affrontare le avversità della vita, che ha risposto serenamente alle domande che gli venivano rivolte dal pubblico.
Presentazione di “I figli di Salvino” a Campagnola di Brugine.
Nella biblioteca di Campagnola ha avuto luogo la presentazione del libro “I figli di Salvino”. Questa volta ero solo, senza presentatrici e Salvino, il protagonista del libro. E' stato un ritrovarsi con persone che si conoscevano, dove ho esposto la mia relazione sul libro e poi ne è seguito un dialogo; è stato un intrattenimento confidenziale che, come al solito, si è concluso con dolci e bevande.
PUBBLICARE, CHE FATICA!
Ho già pubblicato tre libri senza difficoltà. Per i primi due ho trovato subito gli sponsor e il terzo l'ho pubblicato senza. Si dice che i libri sono “belli”, accattivanti, commoventi eccetera, che si leggono bene e l'ultimo anche in soli due giorni. Perché dunque questo titolo, la fatica nel pubblicare?
Perché mi chiedo se ne valga la pena: la pubblicazione per me è un travaglio fin dal primo contatto con la casa editrice, con la quale devo mettermi continuamente in contatto per il formato del libro, per la copertina, per il contratto, per la correzione della bozza, per le copie da acquistare, per il pagamento eccetera. Una volta che i libri mi arrivano a casa tramite corriere devo attivarmi per venderli; e qui la situazione per me peggiora ulteriormente perché devo consegnare delle copie alle librerie ed edicole che conosco, che, sinceramente, accettano volentieri di venderle; che poi mi dicono che gli ultimi libri sono stati “belli” e che quindi la gente li ha apprezzati. Ma per me è sempre una umiliazione e non qualcosa di stimolante, perché vado a vendere prodotti che sono miei, come dovessi vivere con questi.
Devo poi fare il giro delle biblioteche per regalare il libro che, se non è sponsorizzato, ci rimetto quello che ho speso per comprarlo io; poi, anche se l'autore non dovrebbe mai regalare il proprio libro, succede invece che ne regali per la promozione o a parenti o ad altri.
Per quanto riguarda le presentazioni de “Il fascino del Brenta, storia di un amore sofferto” ne avrò fatte cinque o sei; per “Racconti morali e no”, neanche una perché ciò che sto provando ora, in quel periodo lo sentivo tanto di più: mi abbattevo perché non avevo voglia di richiedere presentazioni e mi abbattevo ulteriormente perché non le facevo. Invece per l'ultimo libro “I figli di Salvino”, vuoi per il mio curriculum, vuoi perché in questo scrivo che sono stato anche in televisione, sia pur con delle invenzioni, vuoi perché sono abbastanza conosciuto nei dintorni del mio paese, fatto sta che sono stato chiamato da paesi anche grossi come Chioggia e Piove di Sacco; che altre presentazioni sono programmate e che altri comuni mi hanno promesso di chiamarmi. Ecco, questa sì che è una soddisfazione! Essere conosciuto per quello che scrive e che inventa, per cui penso sia un onore anche per le biblioteche presentare i miei libri.
Alle presentazioni presenzio con il patema d‘animo che mi porto appresso da alcuni giorni prima: la timidezza è sempre insita in me, nonostante sappia che più o meno me la cavo sempre. Ma alle presentazioni accorrono, si fa per dire, sempre poche persone, e nonostante queste non perdano di vitalità, sono pochi i libri che si vendono, e tu sai che li hai pagati, anche se con lo sconto, e dovresti almeno recuperare le spese. Perché dunque scrivere un libro, impiegando non meno di un anno, e poi sentirsi scoraggiato perché anche se vendi tante copie, non le vendi tutte e te ne restano, e ci perdi? Non è colpa di nessuno: devo essere io a venderle, perché la casa editrice afferma che se non si passa per la televisione, se non si è personaggi, lei non riesce a vendere i libri; e le do ragione: c'è una caterva di libri che vengono pubblicati ogni giorno, ed è impensabile che un lettore al di fuori dell'ambito del paese voglia comprare proprio il mio.
A me piace scrivere, scrivo sempre, sto scrivendo anche ora, perché dunque non mi si lascia fare il mio lavoro, e non costringermi a sobbarcarmi l'onere della promozione del libro? Ma se il libro non lo promuovo io che sono l'autore, chi lo può promuovere? Ecco il dilemma: devo scrivere e devo sorbirmi gli oneri della pubblicazione, promozione e vendita come fosse una condanna.
Ecco perché pubblicare con una grande casa editrice sarebbe il mio sogno, irrealizzabile per quanto ne so. E qui sta un altro dilemma: se veramente i miei libri avessero un valore, mi sentirei mortificato se tale valore non fosse riconosciuto, se non avessi la fortuna di compire il salto di qualità. Sinceramente devo dire che i tre libri finora pubblicati sono libri “normali”, non di nicchia come si usa dire, e se pur essendo così sono apprezzati, cosa saranno quei manoscritti che vengono dopo di loro, che si distinguono per il loro stile originale?
Da notare che tre dei miei manoscritti sono richiesti da case editrici non so quanto grandi: due anni fa ho spedito “Mio fratello Giuliano”, un giallo psicologico ambientato a Pozzonovo, il paese di mia moglie, ad una casa editrice di Pescara, che lo ha letto e mi ha fatto un mucchio di complimenti. Ho partecipato ad un concorso in Toscana con “50 anni fa a Campolongo” e sono stato tra i segnalati; anche loro vorrebbero che pubblicassi il mio manoscritto, che è ben scritto, interessante, che ricorda i tempi andati eccetera. Proprio il primo maggio sono andato ad Empoli a ritirare il certificato e quant'altro per questo libro, che non penso di pubblicare, sempre per via delle incombenza a cui dovrei andare incontro. Qualche settimana fa mi è arrivata a casa una lettera di una casa editrice milanese a cui in seno ad un concorso avevo spedito “La felicità ritrovata”, una storia introspettiva che riguarda due filosofi; anche qui sono stato segnalato e vorrebbero che pubblicassi il manoscritto con loro. Insomma tutti vogliono che pubblichi, ma io ora ho paura di pubblicare. Così, come fosse l'uovo di Colombo, ho deciso che per tranquillizzarmi, se qualcosa di mio dovesse essere pubblicato lo sarà con una grande casa editrice, così almeno se si venderanno delle copie non sarò solo io a venderle. Come già detto, non è facile, per non dire che è pressoché impossibile, ma tant'è che ho già spedito via e.mail ad una grande casa editrice il manoscritto “Damiano”, presentando il mio curriculum di tutto rispetto. Sicuramente “Damiano”, ambientato a Campolongo Maggiore e dintorni, è il testo migliore che abbia scritto, sia per il genere introspettivo (è tutta una riflessione), sia per il sentimento che dovrebbe profondere in chi lo legge. Quando lo scrivevo era qualcosa di morboso che mi prendeva, come stessi scrivendo qualcosa al di fuori delle mie possibilità.
Segnalazione ad Empoli del manoscritto "Cinquant'anni fa a Campolongo"
Adesso sto lavorando, meglio dire ampliando e perfezionando “50 anni fa a Campolongo” e poi spedirò anche questo manoscritto a grosse case editrici, almeno posso dire di avere tentato di pubblicare in grande. Questo libro non sarà difficile venderlo perché tratta delle tradizioni di Campolongo Maggiore, il mio paese, che qualcuno ha già letto quando ne avevo venduto alcune copie rilegate, ricevendo complimenti e la richiesta di farsi loro delle copie. Se proprio non riuscissi a pubblicarlo con una casa editrice abbastanza grande, mi adatterò a pubblicare questo manoscritto con un'altra.
Sorrido e soffro quando sento che uno scrittore appena pubblicato un libro si accinge a scriverne un altro. Il mio problema non è scrivere, ma pubblicare: di materiale al computer e come cartaceo ne ho a bizzeffe. Il problema è che se dovessi pubblicare tutto ciò che ho non basterebbero gli anni che mi restano da vivere perché più di un libro all'anno non è conveniente pubblicare.
Per fortuna che il mio successo l'ho già ottenuto: la serenità che mi porto sempre dietro e le innumerevoli soddisfazioni della giornata, sia quando scrivo che quando lavoro in casa. Anche per quanto riguarda le commedie comincio ad avere delle soddisfazioni, perché una è stata messa in scena in Campania e un'altra sta per essere preparata per la sua rappresentazione in Veneto.
Pure con le invenzioni mi sento molto appagato, forse sono quelle che mi gratificano di più, almeno là faccio un po' di spettacolo sentendomi perfettamente a mio agio. Per chi fosse interessato, i primi giorni di luglio devo presentarle con Legambiente a Sant'Anna di Piove di Sacco, e il martedì 10 agosto per la sagra di Saonara.
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