Pensierino del 30 marzo 2015
Incredibile! E’ dal 31 gennaio 2014 che non scrivo il pensierino. Come passa il tempo…
Da maggio scorso sono impegnato con la biografia di Severino Veggian, un grosso industriale del Piovese. Una storia che parte da quando era bambino, un monello che combinava guai a non finire, che poi piano piano a suon di sacrifici si è avviato sulla strada dell’imprenditoria. Nel testo ci sono risvolti lieti e meno lieti, anche riguardanti la sua famiglia, che l’ha sempre supportato nel suo cammino. Ma quel che più appare, e che lui vorrebbe fosse portato come esempio, è la tenacia che si deve avere per raggiungere gli obiettivi che ci si è preposti. E lui c’è riuscito, diventando un industriale che ha a che fare con tanti Paesi del mondo. Sto scrivendo la sua biografia perché eravamo compagni di scuola e ci siamo incontrati nuovamente solo qualche anno fa; poi, per questioni che si leggeranno nel libro, mi ha chiesto di scrivergliela. Il che mi ha fatto un grande onore. Fin dal principio la sua storia mi ha preso e mi sono dedicato con entusiasmo a scriverla, per le sue scorrerie da ragazzo, per la sua passione, determinazione e costanza, le tre doti che lo hanno sempre accompagnato nel suo percorso di imprenditore. Non manca tanto che sia terminata.
Qualche mese fa mi sono trovato a revisionare il racconto, meglio dire le peripezie, che ha incontrato nell’adottare una bambina in Senegal Marilena Paggiarin, una signora di Bojon di Campolongo Maggiore, il mio paese. In questo caso la storia l’aveva già scritta lei, con la caparbietà e la passione di una mamma che vuole avere a tutti i costi sua figlia, combattendo contro la burocrazia e la cultura apatica dei Paesi africani. E’ una narrazione, a tratti commovente, che come quella per Severino Veggian mi ha subito preso e mi ci sono dedicato con fervore alla revisione. Da dire che da quello che lei racconta, con una memoria fervida, nel dramma appare tra le righe il paesaggio africano, e vengono descritti certi personaggi che fanno da sfondo alla loro cultura, al loro modo di vivere. Il libretto, perché di libretto si tratta, quando sarà pubblicato, il ricavato sarà interamente devoluto alla sua associazione “I sorrisi d’Africa”, in quanto Marilena da anni si dedica al volontariato pro Africa; ed è per questo che mi dedico ancor più volentieri alla revisione della sua avventura.
Invece è da poco che mi sono dedicato a trascrivere al computer la vita di Luigi Boldrin, che lui stesso ha scritto. Luigi Boldrin ha 77 anni, e solamente a 71 anni si è messo a scrivere poesie, racconti e, appunto, aneddoti per stilare la sua biografia. Le sue sono poesie scritte con la passione di un poeta che privilegia ancora la rima, e che contengono l’emozione delle situazioni in cui si è venuto a trovare o che ha cercato di immaginare che succedessero. Poesie che descrivono sinceramente l’accaduto, intrise di quella passione nascosta che rimanda alla personalità dell’autore: un uomo sincero, che dice quello che ha da dire senza nascondersi dietro l’ipocrisia, e che purtroppo si arrabatta con i vari acciacchi che da sempre lo perseguitano. Un uomo che improvvisamente si è scoperto romantico scrivendo poesie d’amore; ma certe, in pochi versi descrivono l’essenza dell’esistenza, pensieri metafisici che incredibilmente lui riesce a esprimere. Se poi recita “Torna Maria”, la sua moglie adorata, non c’è volta che non venga preso dall’emozione. Questo per quanto riguarda le poesie. Ma ci sono i racconti, che dimostrano la loro originalità non fosse altro per il loro contenuto. Perché, e mi riferisco alla biografia, la sua vita da bambino è condensata di disavventure di ogni sorta, con ferite subite, anche tragiche, e con altri aneddoti che rispecchiano pienamente i tempi di allora, che creano così un clima storico. Per questo quel che ne uscirà sarà senz’altro un resoconto importante, talvolta ironico, talvolta sofferente, talvolta incredibile, ma sempre con la verità sia fisica che emozionale che accompagna ogni sua vicenda.
“Purtroppo” è già primavera e i lavori manuali incombono, per cui devo affrettarmi a terminare quelli letterari. Ma quali sono questi lavori manuali? Il tagliare l’erba del prato, coltivare l’orto, la tinteggiatura interna di tutta la casa, la verniciatura degli scuri, del basculante, del box e delle altalene. Insomma prevedo di essere indaffarato per tutta l’estate; naturalmente con i meritati periodi di riposo, impegnati con la moglie con qualche gita e con delle escursioni con le varie associazioni del territorio.
Ecco alcuni premi vinti nel frattempo:
Quarto posto al concorso LU BENE CHE TI VUJE (Ortona) con la poesia “Pubblico dipendente”.
Quinto posto al concorso IL POETA E IL NARRATORE (Monselice) con il racconto “La virgola”.
Finalista al concorso LA RIVIERA DEI MONOLOGHI (Bordighera) con la commedia “Teodolinda”.
Ora sto rinunciando a molti concorsi, perché anche il partecipare con un solo racconto mi fa “perdere” del tempo, che invece mi serve per continuare e terminare le biografie in corso. .
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